rosa dei venti
logo sito
home - tecniche di pesca - attrezzi da posta
ATTREZZI DA POSTA
pescherecci d'alturaGli attrezzi da posta costituiscono il sistema principale per oltre la metà delle imbarcazioni da pesca italiane; un contingente più limitato utilizza queste tecniche per un numero di giornate inferiore rispetto ad altri sistemi. Si tratta in gran parte di natanti di dimensioni ridotte, con una bassa potenza motore e un’età media piuttosto elevata: ciò ne limita le capacità di spostamento, determinando una concentrazione dello sforzo di pesca nella fascia delle 6 miglia.

TRAMAGLIO
tramaglio
Tra gli attrezzi da posta, universalmente diffuso il celebre tramaglio, rete da posta fissa formata da tre pezze di rete sovrapposte delle quali la mediana è più estesa, con maglie di dimensioni molto più piccole delle pezze di rete esterne. Più produttiva sui fondali rocciosi o misti, è per questo meno utilizzata nell’Adriatico, mentre mostra frequenze notevoli nel Tirreno, nello Ionio e nelle isole. Tra le specie più importanti nei mix di cattura del tramaglio si segnalano, in ordine di importanza economica: triglie, scorfani, seppie, merluzzi e aragoste, quest’ultime pescate con reti a maglia larga spesso denominate “tramaglioni”. Tra le catture accessorie hanno una certa rilevanza anche polpi, mormore, orate e spigole.

IMBROCCO
imbroccoCome il tramaglio, anche l’imbrocco è una rete selettiva la cui dimensione di maglia varia in funzione delle specie bersaglio, con target variabili da zona a zona e nei diversi periodi dell’anno: è comunque il merluzzo la specie che più contribuisce ai ricavi provenienti da questo attrezzo, seguita a notevole distanza da altre specie tra cui mendole, triglie, sogliole, pannocchie, orate, saraghi e boghe. A livello nazionale la rete ad imbrocco ha una una frequenza del 28%, con picchi alti nel Lazio, dove è impiegata con la stessa frequenza del tramaglio (67%).

RETE INCASTELLATA
incastellata
Esiste infine una terza tipologia di rete da posta, spesso denominata come “rete incastellata”, che viene armata a tremaglio nella parte inferiore (per la cattura del pesce di fondo) e ad imbrocco nella parte superiore (per la cattura dei pelagici). È abbastanza diffusa nel Tirreno, dalla Liguria al Lazio, rara o assente nelle altre regioni d’Italia: ciò potrebbe forse suggerirne una sperimentazione in aree di pesca con caratteristiche analoghe.



RETE CIRCUITANTE
Poco usata anche la rete circuitante (2% a livello Italia), rete da posta fissa usualmente calata a cerchio (o a semicerchio se in prossimità della costa) allo scopo di imprigionare i pesci che si trovano nello spazio delimitato dalla rete stessa, da non confondere perciò con le reti a circuizione. Mantiene una certa diffusione solo in alcune marinerie della Liguria, della Calabria e del Medio Adriatico, mentre tende a scomparire nelle altre regioni d’Italia dove il numero di equipaggi che la impiegano non supera le 15 unità. Nel mix di cattura spicca per valore economico il pesce bianco.

NASSE
nasse per polpiTra gli altri attrezzi da posta, si assiste ad un recupero del mestiere delle nasse, che alcuni autori indicano come un’arte caduta progressivamente in disuso dalla fine dell’ultima guerra, ma comunque praticata da medie enasse di giunco per pesci piccole imbarcazioni.Tra le specie catturate con le nasse, quelle che più pesano sul ricavo totale sono polpi, seppie, pannocchie e gamberi rossi. Una realtà produttiva importante nell’Alto e Medio Adriatico, con una particolare diffusione in Emilia Romagna, è infine la pesca con i cestelli per lumachini, questi ultimi considerati a ragione una importante risorsa locale. Praticata da piccole imbarcazioni dotate di motore fuoribordo, questa tecnica è utilizzata da alcune migliaia di operatori soprattutto nei mesi invernali. Nelle stagioni primaverile ed estiva è invece più frequente la pesca con i cogolli, essenzialmente mirata alla cattura di seppie.